progetto minori

Il nostro progetto

“L’immagine dell’adolescenza come un periodo del ciclo vitale in cui è opportuno mantenere un atteggiamento attendista ed ottimistico rispetto al disturbo psichico è stata radicalmente modificata in anni recenti e sostituita dalla convinzione che l’intervento diagnostico e terapeutico, in questa fase, può avere per l’individuo un’importanza risolutiva…(om.) Diventa sempre più urgente, allora, mettere a disposizione, anche in Italia, per gli adolescenti servizi che tengano conto della specificità e della multidimensionalità dei loro bisogni…” (Senise, 1991; pag.230).

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PRESENTAZIONE

L’articolazione del Progetto Minori vede l’interscambio di più professionisti con diverse configurazioni istituzionali, ruoli professionali e formazioni teoriche e nasce sulla base di due evidenze complementari fra loro:

  • La complessità progettuale in atto, per sua natura, necessita di una modalità di intervento “a rete”, in cui le specificità e le competenze degli operatori coinvolti possano essere valorizzate e disseminate a vantaggio dell’intervento di cura.
  • L’aver condiviso “in corsa” un modello fortemente innovativo, sia sotto il profilo organizzativo che sotto quello metodologico, privilegia l’opportunità di confezionare progetti clinici individualizzati, a partire dai bisogni di ogni singolo paziente.

 L’Associazione Tiarè funge da luogo di progettazione/condivisione fra i clinici ed i formatori operanti all’interno del progetto. Pur raggruppando professionisti provenienti da contesti formativi (psicoanalisti, psichiatri e neuropsichiatri infantili, psicoterapeuti operanti in una prospettiva intersoggettivista, psicologi formati in ambito metodologico) ed esperienze professionali non omogenee (servizi territoriali, cliniche universitarie, reparti ospedalieri, pratica privata), si connota per una tensione etica verso la condivisione e la ricerca di nuovi modelli e prassi comuni. L’Associazione nasce infatti nel 2000 specificamente per dare vita al Progetto Minori e ad essa compete la gestione clinica e progettuale delle strutture residenziali del progetto minori così come l’attività formativa interna ed esterna al progetto.

 

FINALITÀ DEL PROGETTO MINORI

Il progetto minori è finalizzato alla presa in carico terapeutica di minori con caratteristiche psicologiche e di personalità che denotano il rischio di una possibile evoluzione verso problematiche psichiatriche, principalmente nell’area dei disturbi della personalità e delle psicosi. L’obiettivo del progetto é di avviare e gestire, di concerto con i Servizi Territoriali, percorsi terapeutici volti al recupero delle autonomie residue, alla loro valorizzazione ed ampliamento, alla garanzia di un contesto relazionale e sociale stabile ed affettivamente saliente, nonché alla presa in carico della condizione psicopatologica con esplicite finalità terapeutiche, sia sotto il profilo psicofarmacologico che psicoterapeutico e socioriabilitativo. Il focus riguarda quindi le relazioni fra individuo e contesto: in tale accezione lo sviluppo individuale viene inteso quale costruzione a scopo di adattamento delle frontiere interpersonali (Sameroff, 1989) e si basa sull’assunto che le esperienze interpersonali abbiano un’influenza decisiva sullo sviluppo della personalità e della salute mentale. La peculiarità dell’utenza, quindi, rende imprescindibile una precisa competenza delle équipes cliniche ed educative relativamente alla psicopatologia dello sviluppo, alla psicologia dell’età evolutiva, alla neuropsichiatria infantile ed alla psicoterapia, allo scopo di integrare la presa in carico dei processi psicopatologici con la risposta alle normali esigenze evolutive degli ospiti.

 

RESIDENZIALITÀ

Le strutture che proponiamo risultano caratterizzate da:

  • dimensioni ridotte (7-10 ospiti)
  • elevato rapporto educativo
  • supervisione settimanale ad impostazione psicodinamica
  • formazione permanente
  • rete territoriale di sostegno progettuale
  • progettualità clinica secondo una modalità “a rete”
  • modello di intervento multifocale

Come sottolineato da Marcelli & Bracconier (1983), la comunità “…può offrire all’adolescente un momento di tregua rispetto ai suoi conflitti, una funzione protettiva, oltre ad avere una funzione sostitutiva genitoriale, una funzione mediatrice fra l’adolescente e l’ambiente sociale, ed una funzione di tolleranza e di contenimento”.

 

PRESA IN CARICO TERAPEUTICA

E’ nostra opinione, consolidata con l’esperienza maturata nel settore, che un periodo limitato di tempo a forte investimento terapeutico ed educativo possa consentire un minore dispendio di risorse in epoche successive.
In altre parole, riteniamo che, soprattutto in quei casi che si configurano come particolarmente connotati da un rischio psicopatologico, sia necessario attivare una modalità di presa in carico dell’utente che, oltre a fornirgli risposte a bisogni primari quali vitto, alloggio, sostegno educativo, modelli di identificazione, contribuisca anche a catalizzare le risorse strutturali del paziente affinché egli divenga in grado di affrontare il proprio disagio e il mondo relazionale in maniera adeguata, adattiva e soprattutto funzionale ai propri bisogni.

 

FORMAZIONE DELLE EQUIPES

Il modello di lavoro “a rete” necessita, per poter essere attuato, di un continuo supporto operativo alle professionalità operanti nell’ambito delle strutture residenziali terapeutiche caratterizzato nel modo seguente:

  • Formazione permanente, finalizzata ad incrementare le abilità dell’équipe di lettura e di analisi delle situazioni operative, sia attraverso processi di trasmissione dell’informazione che a mezzo della valorizzazione delle proprie esperienze lavorative e relazionali.
  • Supervisione clinica, orientata alla decodifica degli accadimenti con gli ospiti ed al supporto al mondo interno degli operatori.
  • Partecipazione a momenti formativi e/o di apprendimento organizzati da terzi, nonché ad approfondimenti di ricerca, garantiti dal costante confronto con realtà universitarie nazionali ed internazionali.

In linea con l’orientamento teorico-clinico dell’autore citato, il Progetto Minori “Tiarè” ha preso le mosse, alcuni anni fa, proprio dalla necessità di offrire agli adolescenti psicopatologici uno spazio terapeutico multifocale che sapesse intercettare e valorizzare alcune delle specificità psicologico-evolutive che caratterizzano tale periodo dello sviluppo, offrendo una presa in carico personalizzata.

 Esso si caratterizza pertanto non soltanto come un luogo (o insieme di luoghi) nel quale condurre e curare l’adolescente in difficoltà, ma anche come il tentativo di offrire un modello clinico integrato di rete, che provi a ricomporre la narrazione esistenziale frammentata del minore.

 L’intervento clinico si declina attraverso l’attivazione di diversi interventi e la loro sintesi: per quanto riguarda il trattamento in comunità, per ogni struttura, in affiancamento al responsabile medico, viene nominato un Coordinatore Progettuale Psicoterapeuta, che si occupa di progettare l’intervento integrando, durante le riunioni di coordinamento clinico, i vari vertici di osservazione riportati dai colleghi. Concorrono così ad orientare la cura le osservazioni provenienti dalle attività qui elencate:

  • Intervento medico.
  • Supervisione clinica all’équipe educativa.
  • Riunione di aggiornamento clinico.
  • Incontri con i Servizi invanti.
  • Formazione per gli educatori.
  • Assestment psicodiagnostico.
  • Terapia familiare.
  • Psicoterapia individuale e/o di gruppo.
  • Supervisioni individuali ad operatori in difficoltà.
  • Intervisioni fra clinici di servizi diversi.